Franco Ferlenga nasce a Castiglione delle Stiviere il 22 marzo 1916.
Da ragazzo apprende il mestiere del padre buon decoratore.
Nello stesso tempo frequenta la scuola. Segue poi i corsi di pittura presso l’accademia delle Belle Arti “Cignaroli ” di Verona, si iscrive quindi a Brera dove si diplomerà poi nel 1939 guadagnandosi i tre premi di pittura, scultura e architettura.
Da qui l’interesse per quest’ultima disciplina che lo porterà a frequentare il Politecnico Milanese.
La guerra alla quale partecipa in qualità di ufficiale, lo costringe ad interrompere momentaneamente gli studi.
Nell’ultima fase del conflitto partecipa alla resistenza da cui trae una lunga e sofferta esperienza.
La visione diretta della crudeltà, le sofferenze fisiche e morali delle quali è stato di volta in volta testimone e protagonista, maturano in lui la tendenza a recepire da qualunque direzione provenga, il dolore umano.
Cinema, filosofia, letteratura oltre alla pittura, continuano a costituire i suoi interessi preminenti di cui nel tempo diviene cultore attento e produttivo.
Nel dopo guerra Ferlenga pubblica, oltre a saggi critici, novelle, racconti con uno sguardo di stretta aderenza al suo mondo.
Nel 1960 gli viene conferita la medaglia d’oro al VII concorso Ramazzotti.
Forte della sua preparazione artistica e culturale egli riscopre l’affresco e il mosaico.
Sono di quest’epoca i monumentali cicli di opere la cui esecuzione gli vale, nel 1961, il Premio Nazionale per il mosaico.
Ormai snebbiano dall’opera di Ferlenga le esperienze costrette nell’angusto spazio della tradizione della quale peraltro egli accoglie il significato morale e tecnico che gli permette di procedere con sicurezza.
La ricerca nell’ambito del colore è alla base della sua pittura senza togliere a questa il preminente senso plastico, senza nulla concedere all’improvvisazione, allo sperimentalismo affrettato.
Avvezzo alla visione globale della grande parete, traduce anche nel quadro da cavalletto una composizione monumentale senza zone di stanchezza.
Nel 1962 guadagna il Premio Nazionale Everest, creato per il Papa Giovanni XXIII.
Nel 1963 espone le sue opere alla galleria Bernheim-Jeune di Parigi ottenendo un lusinghiero successo.
I critici dei più importanti quotidiani e riviste della capitale francese rilevano la sua forte personalità artistica. Significativa è la vendita delle opere in un momento di difficoltà economiche per la Francia.
È questo l’inizio di un susseguirsi di mostre personali su invito ufficiale che da Pittsburg a Göteborg, New York Stoccolma Bruxelles Osaka Tokyo rendono Ferlenga un artista internazionalmente noto. La rete televisiva del Giappone gli dedica un lungo servizio; così l’ORTF presso la galleria Katia Granoff, l’interessamento della critica e la notorietà acquisita accentano ulteriormente l’attenzione del pubblico sulla sua pittura.
Nel 1971 il Comune di Milano gli conferisce l’Ambrogio d’Oro.
Nel 1972 vince il premio Europa con l’opera “L’urlo della solitudine”.
Le sue mostre ormai si moltiplicano in Italia e all’estero da dove riceve continue sollecitazioni positive.
Sempre nel 1972 il comune di Calcinato con la cassa dell’Artigianato e dell’Agricoltura gli chiede di inaugurare la sua nuova sede con una importante esposizione di opere.
Nel 1973 la Regione Lombardia lo decora con la medaglia d’oro del Comune di Milano.
Nel 1974 riceve la Targa d’Oro della Provincia di Milano e nello stesso anno la città di Lonato gli organizza un’importante rassegna antologica.
Nel 1975, fuori concorso, gli viene assegnato il Premio Presenze; ed ancora nello stesso anno è la volta del Comune di Vicenza, in collaborazione con i Musei Civici e la Regione Veneto ad organizzargli, nella chiesa di San Giacomo, una grande mostra antologica.
Nel 1976 il Comune di Milano gli assegna la Tavolozza d’Oro.
Nello stesso anno la città di Cuneo, con il Patronato della Regione Piemonte lo invita ad esporre per la commemorazione dell’anniversario della Resistenza nel Palazzo della Provincia.
Nel 1978 è Castiglione delle Stiviere, sua città natale, che lo onora con un’antologia. Lo stesso anno, il museo di Birmingham, in Alabama, acquista alcune sue tele.
Ancora nel 1978, l’artista espone alla Scuola Nazionale del Mosaico di Spilimbergo, con il patrocino della Regione, della Provincia e della Città, esposizione che sarà di lì a poco riproposto al Centro Europeo delle Arti della Cultura di Milano, con il titolo “Dal Belice al Friuli”.
Nel 1978 il presidente della Repubblica Sandro Pertini lo nomina Cavaliere per meriti culturali.
Nel 1979 partecipa, invitato con il massimo numero di opere, alla Biennale Internazionale d’Arte di Monza che si tiene nella Villa Reale.
Nel 1981 hanno luogo le esposizioni alla galleria Ponterosso di Milano e alla galleria Escalier di Bruxelles, presentando il ciclo “Le Barche Della Speranza”.
Nel 1982 riceve il premio “Il Senese d’Oro” nell’ambito della manifestazione “Siena 1982”.
Nel 1984 alla galleria “Eichinger” di Monaco una sua mostra personale viene inaugurata dal Presidente della Repubblica Federale Tedesca.
Nel 1989 dipinge la pala d’altare “Da Colonna A Colonna” per il duomo di Castiglione delle Stiviere.
Nel 1991 è chiamato dal Comune di Sirmione a rappresentare l’arte Lombarda e, nello stesso anno, il Museo d’Arte Moderna dell’Alto Mantovano gli dedica un’ampia mostra antologica. Nel 1992 lo “Spazio Prospettive” di Milano gli dedica un’ampia mostra antologica.
Muore a Castiglione delle Stiviere il 5 febbraio del 2004. Nel 2004 il Comune di Castiglione gli attribuisce il Luigino d’oro alla memoria.