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Quadri ed opere artistiche a Macerata
OPERE |
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Il Maestro Andrea Bucci |
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Andrea Bucci |
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LA CASA IN COLLINA multiplo in ottone I/IV |
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IL GRATTACIELO multiplo in ottone I/IV |
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INFINITO STELLA multiplo in ottone I/IV |
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BUTTERFLY terracotta refrattaria, unico esemplare |
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DONNA CON FIORE terracotta galestro, esemplare unico |
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I CIPRESSI terracotta bianca, esemplare unico |
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IL CANTANTE terracotta rossa, esemplare unico |
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L’ULTIMO FIORE terracotta rossa, esemplare unico |
opere disponibili in galleria |
Federigo Fabbrini è nato ad Arezzo il 19 settembre 1928 Ha conseguito il diploma di maturità scientifica e frequentato il primo anno alla Facoltà di architettura. Nel 1948 inizia il suo rapporto con la ceramica, prima come filettatore e decoratore in oro presso la Ditta Bellagio di Castello (Firenze), poi come decoratore di smalto presso il laboratorio di Marcello Fantoni, dove ha possibilità di fare anche esperienze come modellatore. In questo periodo conosce il pittore Mario Molli che rimarrà per sempre suo amico. Nel 1952 con la Ditta Bellagio partecipa alla Mostra dell’Artigianato di Firenze con un proprio campionario di oggetti. Nel 1953 lavora per una Cooperativa ceramica di Montelupo Fiorentino e conosce i ceramisti Aldo Londi e Bruno Bagnoli. Per motivi di lavoro ha contatti col pittore e scultore Mario Vezzelli passato in seguito alle famose Vetrerie Quentin. Conosce a Sesto Fiorentino, Vinicio Brogi già pittore da Fantoni e attualmente presidente de “Il Coccio” umidificatori, con il quale coopererà ad alcuni progetti. Nel 1957-58, insieme alla moglie Tina, dà vita allo Studio Ceramiche Fabbrini. Nel 1959 conosce il pittore emiliano Cuniberti, che gli offre altre prospettive e buone introduzioni; viene invitato alla Mostra Internazionale di Ostenda ed ottiene uno dei premi del XVII Concorso nazionale delle ceramiche di Faenza. Crea le famose minifigurine di Adamo ed Eva riscuotendo grande successo di vendita negli Stati Uniti e in Svezia. Negli anni successivi partecipa a numerose mostre nazionali ed internazionali e ha occasione di conoscere Lara Vinca Masini che scriverà di lui in varie occasioni. Dal 1963 al 1966 apre con l’amico pittore-ceramista e scenografo Mario Molli la Galleria Aquilone (galleria di arte/artigianato) che negli anni successivi si trasformerà in un collettivo: ne faranno parte Claudio Popovic, Paolo Masi, Cioni, Armidelli, Glattfelder. Nella galleria, frequentata anche dal grande architetto Giovanni Michelucci, vi esporranno tra gli altri Corrado Cagli, Ettore Sottsass, lo scultore Guasti, Masi, Guarneri; vengono proposti dibattiti con la partecipazione di Battisti, Gatt, Celant, Lumachi ed altri. Alla fine degli anni Sessanta Helen Von Boch vede alcune sue opere di ceramica al Concorso di Faenza, lo contatta e inizia così una collaborazione con la ditta “Villeroy & Boch” di Mettlach che durerà quattro anni (dal 1969 al 1973), ci cui i primi due anni assieme a Franco Bucci di Pesaro. So no di questo periodo i serviti “Chekiang” e “Chou” e il servito in melanina ha denominato “La Bomba” (esposto anche al Museo d’art moderna di New York), completo di posate e piatti firmati assieme ad Helen Von Boch (1972), Nel 1969 consoce Inge Sauer illustratrice di libri di fiabe per bambini e proprio dal mondo delle fiabe prenderanno poi forma i “pupi” e i “teatrini”. Nel 1974 è a Salerno alla fabbrica di piastrelle De Agostino per circa otto mesi. Nel 1993 chiude il proprio laboratorio a Firenze.Tra il 1992 e il 1993 esegue in gres, con Bruno Gambone, “teatrini e architetture” (teatrini con paesaggi in trasparenza di luce, le litofanie, già sperimentati da molti anni). Dal 1996 le sue opere vengono prodotte dalla Ditta Camala, a Fiesole, di Brunella Sciulli. Nel 1997 partecipa con la rivista D’A, alla mostra “Virtualità del vaso” curata da G.C. Bojani nelle edizioni tenute a Vitorchiano e al Macef di Milano e alla XVIII Mostra di Castellamonte nella sezione dedicata alla fiaba. M.I.C. Museo Internazionale delle Ceramiche – Faenza |
opere disponibili |
i misirizzi |
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Catalogo della mostra personale del Maestro – 31 marzo – 21 aprile 2007.
con testi critici e foto di: S.E. Mons. Loris Francesco Capovilla, Alvaro Valentini, Paolo Biagetti, Goffredo Binni e (con il “Venerdì Santo” di Maria Luisa Spaziani).
COMUNICATO STAMPA
Mostra alla Quadreria Blarasin Macerata di ieri torna a vivere nei sorridenti dipinti di Cristallini
S’inaugura sabato 29 novembre, alle ore 17.30, negli spazi della Quadreria Blarasin di Macerata, la mostra di pittura del Maestro Luigi Cristallini, artista maceratese famoso per le immagini gioiose, felici e sorridenti dei suoi dipinti. L’esposizione, patrocinata dal Comune di Macerata e dalla Provincia, comprende cinquantuno dipinti ad olio degli anni Settanta-Ottanta, in cui rivivono singolari scenari di memoria e di vissuto, permeati da un tenero lirismo e un sottile umorismo. Con la sua pittura Cristallini fa rivivere ambienti e luoghi cari ai nostri nonni, inanellando un corollario di immagini fresche e genuine, fabulatorie e surreali che appartengono al costume, il folclore, la tradizione della nostra terra. Un’attenzione particolare rivolta alla città di Macerata e ai suoi aspetti pi caratteristici: le vecchie casette, luna arroccata sull’altra, i tetti scomposti, i balconi fioriti, i camini svettanti, i panni stesi, i cortili odorosi e quant’altro riporta la mente alla nostra infanzia e ai ricordi di famiglia. Cristallini ci racconta per immagini un mondo minuto e popolare, semplice e genuino, tempestato di luci e di colori, che conserva una incontaminata bellezza e la nobiltà di sentimenti e di affetti familiari. Questo suo universo pittorico, in bilico tra la visione razionale e l’emozione lirica, reso ancor pi intrigante dalla presenza di personaggi reali, autentici che la fervida sua immaginazione poi reinventa in chiave fantastica e lievemente surreale. Sono per lo più pretini, monachelle, vescovi e diavoletti rossi che assieme a contadini, massaie, uomini e donne del mare danno un connotato curioso, estemporaneo e giocoso all’insieme dell’immagine, suscitando momenti di cordiale simpatia e di sana allegria. Ne discende una pittura nuova e originale, piena di infinite amenità e di un sentimento antico, puro e cantabile come un novello Cantico delle creature. Questa mirabile serie di dipinti tutti inediti comprende anche incantevoli paesaggi delle belle Marche, caratteristiche marine, nature morte, fiori freschi e profumati, interni domestici dove affiorano accenti di trepidante memoria e di serena nostalgia del tempo andato, come insegna lo scrittore Marcel Proust nella sua Recherche. La mostra, fortemente voluta dai galleristi Rita e Bruno Blarasin, vuole essere un riverente omaggio ad un artista umile, sensibile e geniale che opera in silente raccoglimento dal lontano 1968, quando tenne con successo la sua prima personale alla Pinacoteca Comunale, a cura della Brigata Amici dell’Arte. E altresì un affettuoso omaggio alla città di Macerata, quella in particolare di 70-80 anni fa, che molti per questioni anagrafiche non hanno potuto vivere e conoscere, ma che ora attraverso la mostra possono riscoprire e forse anche amare. L’esposizione si avvale di un ricco catalogo a colori dal titolo Luigi Cristallini, i colori del sorriso, a cura e con saggio critico di Alvaro Valentini, e con scritti di J. Pierre Jouvet, Giuseppe Branca, Franco Aldrovandi, Renato Civello, Alberto Franchi e Lucio Del Gobbo. La mostra visitabile tutti i giorni, fino al 21 dicembre prossimo con il seguente orario: lunedì, 15.30-20; da martedì a domenica, 9-13 e 15.30-20.
6/27 ottobre, inaugurazione sabato 6 ottobre, sarà presente l’artista. |
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Manifesto della mostra |
Un’altra novità espositiva negli spazi della Quadreria Blarasin, in corso Cavour, a Macerata. Paolo Fresu, nato ad Asti nel 1950, si è formato al Liceo artistico di Torino e all’Accademia Albertina. Giovanissimo ha debutto nella scenografia teatrale, cinematografica e televisiva, curando spettacoli di successo per Luigi De Filippo, Giorgio Faletti (suo grande estimatore) e Andy Luotto, "Fantastico La mostra di Macerata, dal titolo "Paolo Fresu, la maschera e il volto" è tanto più interessante e originale, in quanto l’artista oltre alle opere tradizionali realizzate con collage e tecniche miste presenta una serie di fantasiosi e scenografici dipinti dedicati alla città e al mondo della lirica. In questa dimensione rivivono i palazzi, i monumenti e l’Arena Sferisterio in un clima festoso, ludico e surreale. E come avviene nelle favole spuntano i personaggi più variegati: le primedonne, il tenore, i musici, il maestro, ma anche i mercanti, i vescovi, gli innamorati, i gendarmi, l’astrologo, la castellana, i funamboli che sembrano danzare in una suggestiva e leggendaria ambientazione di torri, castelli, palazzi, scacchiere e palcoscenici dentro e fuori del tempo. Quello di Fresu è una sorta di Carro di Tespi, un teatro viaggiante che intesse e recita l’eterna commedia umana.
Testo di Alvaro Valentini |
Mostra omaggio al Maestro Vincenzo Monti |
Nasce il 18 ottobre 1923, a Cattolica ( provincia di Forlì ): ogni tanto viene definito: “…l’artista romagnolo”. Il padre fiorentino e la madre ascolana.
Ed allora ? È maceratese d’adozione,elezione e formazione, con radici; “tosco-marchigiane”.
Pochi mesi dopo la sua nascita, la famiglia si trasferisce in Ancona, dove Paolo frequenta le prime quattro classi elementari.
Dal capoluogo della regione eccolo con i suoi (trasferiti) a Macerata, dove termina la scuola con il maestro Ciarlantini. Siamo già nel 1933. Magri Tilli è arrivato al decimo anno di età.
Manifesta la sua predisposizione ed una evidente attitudine all’arte. Allora la zia Guglielmina lo conduce alla Scuola Professionale di Tirocinio, diretta dal non dimenticato prof.. Giorgio Diamantini.Conseguito il diploma frequenta l’Accademia di Belle Arti perugina sotto la saggia ed esperta guida del pittore futurista Gerardo Dottori.
Nel 1948 termina i suoi studi.
Ci lascia il 19 novembre 1999